20110401

Numerico e cittadinanza

J-P.B
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L’avvento del numerico è ampiamente considerato come la terza rivoluzione industriale. Effettivamente, l’informatizzazione a tutti i nivelli, l’uso crescente del web e delle sue applicazioni hanno fortemente contribuito a far cambiare i modi di produzione, di gestione, gli scambi e le communicazioni… Questa rivoluzione deve essere confrontata alla mondializzazzione, ne è contemporaneamente il catalizzatore e porta, potenzialmente, nuove maniere di considerare la vità in società. Così, l’avvento delle rete sociali sembra offrire dei modi di costruire una società diversa. Più generalmente, il flusso d’informazioni è più ampio, più veloce, più ricco, ma sopratutto più condiviso. Sono questi i fermenti dei nuovi rapporti sociali, di una nuova implicazione possibile dei cittadini nella politica generale, in particolare per le loro azioni e rivendicazioni (nel senso di esprimere loro punti di vista e loro idee sui soggetti di società) ?


L’esempio delle rivoluzioni arabe è nelle menti di tutti : rivoluzioni sostenute, preparate, distribuite, seguite grazie ai mezzi numerici, in particolare le rete sociali. Le prime analisi realizzate su queste tendenze tendono a rimettere queste rivoluzioni in loro contesto socioeconomico, ma osservano che i mezzi numerici accelerano i processi e radunano i pensieri e convinzioni. In altri termini, permettono che gruppi di persone condividendo le stesse idee si costituiscono rapidamente in collettivi e scambiano facilmente e in continuo. L’attrezzo numerico facilita i raggrupamenti, le azioni e le deviazioni di messaggi dittatoriali.

Ė un esempio eccezionale e emblematico dei cambiamenti in corso, altri riguardano il processo democratico continuo dei Stati, in particolare in Europa e in certi Stati dell’Unione Europea. I partiti politici utilizzano sempre più la sfera numerica (siti internet, blogs, rete twitter, conti facebook, …) per comunicare, distribuire loro idee e programma, giocare con “l’effetto virale” d’internet, ma non solo. Una volontà di fare partecipare sta emergendo. Si parla di “democrazia partecipativa” attraverso l'e-partecipazione, l’e-cittadinenza. Questa democrazia interroga i modi di governance, o di e-governance. L’adesione e i commenti sono aspettati in ritorno. Certi paesi sperimentano l’e-votazione : per esempio la Norvegia, l’Estonia e la Svizzera. L’e-votazione è stata introdotta come medio di voto complementare in Estonia dal 2005. Cinque elezioni sono state provate con questa possibilità (elezioni locali nel 2005 e nel 2009, elezione dei parlamentari nel 2009 e nel 2011).


L’Islanda e il popolo islandese, in relazione con la crisi finanziaria, ha fatto la scelta di nazionalizzare sue banche, ma ancora più importante, di rovesciare il suo governo e il suo parlamento. Il popolo è stato sollecitato per referendum su le scelte del futuro, e 25 membri della società civile sono stati eletti per entrare nel consiglio costituzionale per iniziare la riscrittura della costituzione chè è completamente aperta alla partecipazione del popolo. Questa democrazia partecipativa attiva è ampiamente possibile grazie ai mezzi numerici :
Il sito officiale del Consiglio costituzionale : http://www.stjornlagathing.is/english/
La pagina officiale facebook del Consiglio costituzionale : http://www.facebook.com/Stjornlagarad


Il progetto di costituzione è stato finalizzato e approvato per il Consiglio costituzionale il 27 luglio 2011. Ė stato trasmesso e messo su internet il 29 luglio, il Parlamento deve esaminarlo il primo ottobre. Se il Parlamento adotta la costituzione o si questa è adottata per referendum, come è stato sperato per numerosi consiglieri costituzionali, assisteremo a l’applicazione della prima e-costituzione partecipativa.


Così le pratiche numeriche e le possibilità offerte o utilizzabile sono numerose e aspettano di essere sviluppate. Possono permettere alle comunità umane, ai popoli di esprimere loro opinioni e loro scelte ; ai dirigenti di raccogliergli e di integrargli. La rivoluzione informatica porta sicuramente un’attrezzo potente e evolutivo. Questa rivoluzione, anche chiamata rivoluzione dell’informazione, porta solo mezzi di azione, di portata, di velocità e di efficienza supplementare ? Potremmo considerare che la rivoluzione o l’evoluzione sia più sottile e più importante di tutto questo ? Un grande dibattito esiste sull’idea di “digital natives”, di generazione “y” anzi “z”. Non è il caso di entrare in un dibattito sterile o sbagliato, o di opporre giovani generazioni a più anziani, “gioventù contro vecchiaia”. Si tratta di stabilire, di ricercare i punti che permetterebbero di prendere in esame l’idea di un’evoluzione più generale della nostra società. L’informatica, il numerico, la rivoluzione dell’informazione possono avere un impatto sullo sviluppo umano ? Chi vedrebbe nascere comportamenti, modi di riflessione e di vità diversi ? Si può considerare ed enumerare i casi, gli esempi che potrebbero fare pensare che, potenzialmente, la natura umana sta sviluppando ? Su quel punto non c’è la nozione di bene o di male. Anche se il fatto che una rivoluzione umana potesse essere attestata, sfortunamente non dedurrebbe, di un modo autmaticato, uno sviluppo morale positivo.